Legge di Bilancio 2020 quello che non c’è
ma che ci dovrebbe essere.
L’Istruzione e la ricerca vincono
in cinque mosse: investimenti, rinnovo del CCNL, libertà di insegnamento,
organici e precariato
Premessa
Nell’analizzare i contenuti del
disegno di legge di bilancio 2020, non manca la consapevolezza che i nodi
economici irrisolti ereditati dai precedenti governi hanno imposto una manovra
da 30 miliardi di euro, di cui ben 23,1 miliardi esclusivamente per
scongiurare, nel 2020, un aumento delle aliquote IVA dal 22 al 25,2% e dal 10
al 13%. Non mancano interventi che rappresentano elementi di discontinuità
rispetto al recente passato (non si fa più riferimento al pareggio di bilancio,
un cambio di passo rispetto alla lotta all’evasione fiscale, taglio del cuneo
fiscale dal versante del lavoro dipendente, l’avvio del Green new deal,
il rafforzamento della clausola investimenti del 34% al Mezzogiorno, alcuni
interventi per la famiglia, ecc.). Tuttavia registriamo che, nonostante le
ripetute affermazioni da parte del Ministro dell’Istruzione e del Presidente
del Consiglio circa la necessità di realizzare cospicui investimenti
pluriennali e strutturali nel settore dell’istruzione e ricerca, nel disegno di
legge sono previsti solo pochi e disorganici interventi, in piena continuità
con le scelte politiche dei governi degli ultimi anni. Nel valutare le scelte
di governo sull’istruzione e la ricerca punto di riferimento essenziale è la
loro coerenza con gli accordi e le intese sottoscritte con il primo Governo
Conte e confermate dal secondo con gli accordi sottoscritti con il ministro
Fioramonti il 1° ottobre 2019.
In questo contesto, le
Organizzazioni sindacali unitariamente sono impegnate con ogni forma di
coinvolgimento e mobilitazione del personale e dell’opinione pubblica.
Un investimento straordinario nell’Istruzione e nella Ricerca
Veniamo da un lungo periodo di
disinvestimento nei settori della conoscenza che ha contribuito ad acuire in
maniera parossistica le diseguaglianze economiche e sociali tra territori e
cittadini.
Ènecessariocambiarecompletamentedirezione.Gliinvestimentinelleinfrastrutturesocialiedinparticolarenell’istruzioneelaricerca,devonodiventareunadelleprioritànellesceltepolitichedeiprossimianni.Coerentementerivendichiamomassicciinvestimentinell’interosistemadiistruzioneperriparareaiguastiprovocatidallapoliticadeitaglialpersonale,altemposcuola,allaricerca,all’università.Perfarequesto,proponiamouninvestimentopariadalmenounpuntodiPil(17miliardidieuro)neiprossimidieciannipercolmareladifferenzarispettoallamediadegliinvestimentieuropeinelsettore.InoltreperilMezzogiorno,chiediamouninterventostraordinario,cheutilizziquotapartedellerisorsedeterminatedall’applicazionedellaclausoladel34/%edellerisorsedelFondoSviluppoeCoesione,perunpianodisviluppodell’interosistemadellaconoscenzadiqueiterritori:costruirenuovescuole,ridurresignificativamenteilnumerodistudentiperclasse,aumentareiltempopienonellascuolaprimariaeprevederelerelativemisuredisupporto(mense,trasporti,ecc..),ampliareledotazioniorganichedelpersonaledocenteeATA,attuareunambiziosoprogrammadireclutamentonelleUniversitàenegliEntidiricerca,realizzare
misure per il diritto allo studio universitario finalizzate ad avviare un
percorso verso la gratuità completa dei percorsi di formazione.
Rinnovo
contrattuale e interventi normativi sull’istruzione e la ricerca
Rapporto legge-contratto
Occorre valorizzare la contrattazione
integrativa, ripristinando le prerogative contrattuali rispetto alla legge su
diverse materie, a partire dall’ organizzazione del lavoro.
Retribuzione tabellare
Occorre incrementare le risorse per il rinnovo
contrattuale visto che quelle attualmente stanziate nel disegno di legge di
Bilancio consentono, a regime, un incremento delle retribuzioni di poco
superiore all’inflazione. Per i lavoratori del comparto “Istruzione e Ricerca”
l’aumento sarebbe di meno di 80 euro medi mensili ben lontano dall’aumento a
“tre cifre” promesso a più riprese.
Inoltre, poiché gli stanziamenti per il
rinnovo contrattuale sono comprensivi dell’elemento perequativo attribuito ad
oltre il 40 per cento dei lavoratori del comparto, a testimonianza che le
retribuzioni del comparto istruzione e ricerca sono significativamente
inferiori a quelle delle altre pubbliche amministrazioni, l’aumento medio
mensile si riduce a circa 70 euro. Le risorse per l’elemento perequativo devono
essere considerate pertanto aggiuntive rispetto a quelle occorrenti per il
rinnovo contrattuale.
Al fine di conseguire un reale avvicinamento
alla media delle retribuzioni europee, è necessario un significativo
stanziamento aggiuntivo.
Non è infine previsto alcun finanziamento
aggiuntivo al FFO e FOE per coprire le spese che verranno sostenute dagli
atenei e dagli Enti di Ricerca per l’adeguamento delle retribuzioni.
Salario accessorio
Occorre incrementare le risorse per la
contrattazione integrativa e individuare specifiche risorse per la
valorizzazione professionale del personale del comparto.
Per il settore scuola occorre integrare il
fondo per il finanziamento delle attività accessorie (MOF) la cui consistenza è
rimasta invariata ai livelli del 2013, nonostante si sia da allora registrato
un complessivo incremento numerico del personale docente e Ata in servizio.
Per quanto riguarda i Dirigenti Scolastici va
data piena e integrale attuazione ai contenuti dell’intesa del 30 ottobre 2019
fra sindacati e MIUR.
Per l’università e la ricerca va dato seguito
all’intesa dello scorso del 24 aprile prevedendo un intervento normativo per
consentire maggiore flessibilità nella costituzione e nell’utilizzo dei fondi
del salario accessorio, eliminando le attuali limitazioni al tetto del fondo e
più risorse finalizzate a riavviare progressioni economiche e di carriera
sostanzialmente bloccate da dieci anni.
Interventi
specifici per il settore
Scuola
Sanzioni disciplinari
Anche alla luce della recente ordinanza della
Cassazione Civile, va chiarito che la sanzione fino a 10 giorni di sospensione
dal servizio non può essere irrogata dal Dirigente Scolastico, ma dall’Ufficio
per i procedimenti disciplinari. Va pertanto modificato il Decreto 75/2017
(Madia).
Per i docenti, inoltre, occorre istituire un
organismo di garanzia per la tutela della libertà di insegnamento che sappia
all’occorrenza discernere fra ciò che, rientrando nella sfera della libertà di
insegnamento, non può essere oggetto di sanzione e ciò che invece si può
configurare come condotta antigiuridica e pertanto censurabile.
Sistema delle abilitazioni nella scuola
Occorre rendere disponibili in via strutturale
e permanente opportunità e percorsi di abilitazione rivolti alle diverse
tipologie di personale docente. Oltre a garantire l'accesso a chi è in possesso
del/i titolo/i necessari indipendentemente dall'aver prestato servizio, il
sistema deve prevedere a regime un accesso con modalità semplificate per:
• precari con almeno 3 anni di servizio
• docenti già di ruolo che, in possesso del
titolo di accesso, aspirano a cambiare classe di concorso o ordine/grado di
scuola
• dottori di ricerca
Va inoltre previsto l'accesso semplificato ai
corsi di specializzazione per i docenti con consistente servizio sul sostegno.
Responsabilità in materia di sicurezza negli
ambienti scolastici
Qualora non si provveda con idoneo emendamento
in legge di bilancio, sarà necessario intervenire normativamente per
distinguere le responsabilità strutturali e impiantistiche degli Enti
proprietari degli edifici da quelle gestionali che gravano sui Dirigenti
Scolastici.
Stabilizzazione organici
Va superata in via generale, sia pure con
gradualità, la distinzione tra organico di fatto ed organico di diritto.
Docenti
Occorre incrementare la dotazione organica di
diritto dei posti di sostegno, riducendo quelli attualmente assegnati in deroga
che sono quasi 70.000. Si tratta oramai di un dato in continuo aumento, non
determinato da esigenze di carattere temporaneo ma corrispondente a un
fabbisogno strutturale del sistema.
ATA
Occorre incrementare l’organico implementando
i parametri di distribuzione del personale alle scuole anche in ragione delle
sempre più crescenti esigenze di sicurezza e assistenza degli alunni specie per
quanto riguarda il profilo di collaboratore scolastico.
Occorre un piano straordinario di
stabilizzazione in quanto da anni circa 20.000 posti, oltre il 10%
dell’organico, sono coperti con contratti di lavoro precario. Occorre abrogare
le norme che impediscono di sostituire i colleghi assenti sin dal primo giorno di
assenza. L’organico potenziato va previsto anche per il personale ATA.
Rafforzamento della funzione docente
nell’ambito degli organi collegiali
Vanno ripristinati ruolo, composizione e
modalità di funzionamento previsti in origine per il Comitato di valutazione
dei docenti, eliminando le competenze attribuite in materia di premialità dalla
legge 107/2015.
Occorre inoltre ribadire in modo esplicito la
potestà degli organi collegiali (Consiglio di Istituto e Collegio dei docenti)
in materia di indirizzi generali nella redazione del PTOF e nella gestione
della Istituzione scolastica.
Sburocratizzazione del lavoro docente e di
segreteria, semplificazione del processo di programmazione e verifica
Occorre limitare all’essenziale e a reali
esigenze di funzionalità la documentazione attinente ai processi didattici e
amministrativi, valorizzando quanto più possibile l’autonomia progettuale e di gestione
delle attività nell’ambito di una professionalità docente che si esplica nella
sua dimensione individuale e collegiale, perseguendo nel contempo lo
snellimento dei procedimenti amministrativi.
Al fine di liberare le scuole da compiti
impropri e gravosi va rispristinata la funzionalità degli uffici territoriali
dell’amministrazione periferica.
Interventi
specifici per settore
Università
Finanziamento
È necessario incrementare significativamente
la quota base del fondo di finanziamento delle università al fine di ridare
impulso all’offerta formativa e alla ricerca, nonché ai servizi agli studenti,
avviando nel contempo un reclutamento speciale per sostituire le unità di
personale cessato dal servizio negli ultimi 10 anni per il quale non vi è stato
turnover, di reintegrare i costi degli aumenti stipendiali e contrattuali e di
prevedere un apposito finanziamento aggiuntivo finalizzato alla valorizzazione
del personale.
Precariato e reclutamento
Va previsto un adeguato intervento
straordinario di stabilizzazione del personale al fine di superare la
precarietà di quei lavoratori che, a fronte della drastica riduzione del
personale di ruolo, hanno garantito le attività di ricerca e di didattica,
nonché quelle di assistenza nelle AOU, tecnica e amministrativa. Rivedere e
semplificare l’attuale sistema di reclutamento.
Revisione dell’ordinamento
Va rivisto in profondità l’ordinamento al fine
di rendere il sistema di classificazione più aderente alle evoluzioni avvenute
in materia di organizzazione del lavoro per meglio valorizzare la
professionalità dei lavoratori appartenenti a tutte le categorie ponendo
attenzione anche alla necessità di valorizzare i professionisti attualmente
collocati nella categoria delle Elevate Professionalità, riaffermando la loro
peculiarità ai fini del perseguimento degli obiettivi delle Amministrazioni del
Settore. Va ricompresa e regolamentata nel CCNL la figura del Tecnologo a tempo
indeterminato nelle università.
Non è più rinviabile la definizione di una
specifica disciplina contrattuale che dia soluzione alla problematica delle
mansioni e del trattamento economico dei Lettori di madrelingua e dei
Collaboratori esperti linguistici, nonché a quella del personale che opera
nelle aziende ospedaliero-universitarie.
Interventi
specifici per settore
Ricerca
Finanziamento
È necessario incrementare significativamente
il FOE (il cui valore è inferiore a quello di 10 anni fa) e il finanziamento
degli altri enti di ricerca non vigilati dal MIUR, al fine anche di completare
il processo di stabilizzazione, di reintegrare i costi degli aumenti
contrattuali e finalizzare parte delle risorse alla valorizzazione del
personale.
Precariato e reclutamento
Va completato il processo di stabilizzazione
previsto dall’art.20 del Dlgs 175/2017 finalizzando allo scopo tutte le risorse
necessarie. Al fine di evitare che nuovamente e in breve tempo si crei un
bacino esteso di lavoro non stabile, vanno previste procedure semplificate di
reclutamento per il personale che ha rapporti di lavoro a tempo determinato o
con assegni di ricerca, attivati mediante selezione pubblica. Per contro le
previsioni previste nel ddl Bilancio 2020 limitano nei fatti le possibilità di
stabilizzare il personale precario.
Revisione dell’ordinamento
Va rivisto l’ordinamento al fine di rendere il
sistema di classificazione più aderente alle evoluzioni avvenute in materia di
organizzazione del lavoro e per meglio valorizzare le professionalità dei
lavoratori. Va inoltre superato il blocco delle carriere a partire dalla piena
applicazione dell’art 15 per ricercatori e tecnologi e consentito l’incremento
del Fondo per le progressioni di carriera per il personale tecnico e
amministrativo. Anche in questo caso le norme ipotizzate nel ddl Bilancio
compromettono le possibilità di riconoscere le professionalità del personale.
Agenzia Nazionale per la Ricerca (ANR)
È certa l’esigenza di prevedere il
coordinamento del Sistema Ricerca del Paese. Tuttavia la proposta di
istituzione e composizione dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca sconta i
limiti propri di un dispositivo normativo definito in assenza del confronto con
le Parti sociali e la Comunità Scientifica, con il rischio di trasformare
un’opportunità in un fardello burocratico.
Necessario quindi prevedere che la
composizione ed il funzionamento dell’ANR siano rinviati ad uno collegato alla
Legge di Bilancio.
Interventi
specifici per settore
AFAM
È necessario accelerare i processi in atto di
stabilizzazione del personale docente e TA e di statizzazione degli istituti
superiori di studi musicali e delle accademie storiche
Occorre affrontare, nell’immediato, il tema dei
co.co.co figura contrattuale non più prevista ma largamente utilizzata per
realizzare anche l’ordinaria offerta didattica e subito dopo l’ampliamento
delle dotazioni organiche.
Occorre accelerare le procedure di
inquadramento dei docenti di II fascia nella prima fascia, eliminando il
riferimento al Regolamento sul Reclutamento recentemente ritirato, con
contestuale trasformazione dei relativi posti.
Occorre istituire l’abilitazione artistica
nazionale.
Roma, 22 novembre 2019
Flc CGIL
|
CISL Scuola
|
UIL Scuola
Rua
|
SNALS
Confsal
|
GILDA Unams
|
Francesco
Sinopoli
|
Maddalena
Gissi
|
Giuseppe
Turi
|
Elvira Serafini
|
Rino Di
Meglio
|